RECENSIONE: LA CANZONE DI SUSANNAH (LA TORRE NERA) di Stephen King

TITOLO: La canzone di Susannah (La Torre Nera)

AUTORE: Stephen King

GENERE: Fantasyla-canzone-di-susannah-la-torre-nera-vol6

PUBBLICAZIONE: giugno 2004

PAGINE: 400

Prima riga: “Quanto durerà la magia?”

Trama (SENZA SPOILER!!!)

La fine della Torre Nera è sempre più vicina. Solo due Vettori sono rimasti a sorreggerla e, quando crolleranno, il perno dell’universo salterà e la realtà sarà sommersa dalle tenebre. Roland, l’ultimo cavaliere, e la sua banda combattono valorosamente l’avanzata del male, ma ora il gruppo non è più compatto. Il demone-femmina che si è impadronito del corpo di Susannah ha usato la sfera del buio per trasportarsi dal Medio-Mondo alla New York del  1999: proprio qui dovrà partorire la creatura concepita per distruggere la Torre. Sulle sue tracce si precipitano il piccolo Jake, Oy e Père Callahan. Nel frattempo Eddie e Roland “riappaiono” nel Maine, anno 1977. E se non ci sono parole per descrivere l’angoscia e lo stupore di Susannah quando apprende chi è il vero padre del nascituro, che dire dello choc dei due pistoleri quando si apre la porta di una casa e sulla soglia c’è nientemeno che…

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Trama (ATTENZIONE SPOILER!!!)

PRIMA STANZA – VETTOREMOTO

Roland, Eddie, Jake ed Oy, assieme a Père Callahan stanno tenendo una conversazione con il capo dei Manni, Henchick, per cercare di avere l’aiuto di questa comunità per poter così passare di nuovo oltre la Porta Introvata, nella speranza che nel corso del trascorrere delle ore, la magia che la sostiene non si esaurisca. Conclusa la conversazione, inizia un vettoremoto: un Vettore è crollato, distrutto, e ormai solo due Vettori sono rimasti a sostenere la Torre. La fine sembra sempre più vicina.

SECONDA STANZA – LA PERSISTENZA DELLA MAGIA

Con l’arrivo delle prime luci, Henchick e i suoi giungono dal ka-tet di Roland per cercare di riaprire la Porta. Anche grazie al tocco di Jake, la porta si riaprirà ma sarà il ka, ancora una volta, a decidere chi e dove mandare. Il gruppo viene diviso: Jake, Oy e Père Callahan vanno a New York; Eddie e Roland vanno da tutt’altra parte, in un altro quando.

TERZA STANZA – TRUDY E MIA

Fino al 1° giugno del 1999, Trudy Damascus era stata la tipica persona quadrata che vi avrebbe detto che tutti gli Ufo erano palloni meteorologici (e quelli che non lo erano, erano probabilmente invenzioni di gente che aveva voglia di andare in televisione), la Sacra Sindone era il trucco di un imbroglione del quattordicesimo secolo e i fantasmi – anche quelli dei racconti di Dickens – erano allucinazioni dei disturbati mentali o effetti di un’indigestione finché tutt’a un tratto davanti a lei apparve una donna. Un’afroamericana con gli occhi strabuzzati: Mia. Mia, che deve assolutamente far nascere il tizio, Mia, che ha di nuovo le gambe ma con i piedi bianchi, Mia, figlia di nessuno.

QUARTA STANZA – IL DOGAN DI SUSANNAH

Mia ha sempre più bisogno di aiuto, l’aiuto di Susannah, che in qualche modo deve ritardare la nascita del tizio, perché mica può partorirlo in mezzo alla strada o in mezzo ad un giardino pubblico no? E Susannah a quanto pare ne ha le capacità: era giusto presumerlo. Qualcosa l’aveva cambiata…aveva cambiato tutti loro. Jake aveva sviluppato il dono del tocco, che era una forma di telepatia. Eddie aveva acquisito (e andava ancora affinando) la capacità di creare oggetti potenti, con proprietà talismaniche, uno dei quali era già servito per aprire una porta tra due mondi. E lei?

Io…vedo. Tutto qui. Sennonché, se vedo con intensità sufficiente, quello che vedo comincia a diventare reale. Allo stesso modo che diventò reale Detta Walker.

Immagina così una specie di mega computer con ventimila tipi di spie colorate, bottoni da premere e leve da girare e così il tutto diventa reale, e così ‘semplicemente’ riesce a ritardare la nascita di questo tizio dagli occhi azzurri…gli stessi occhi di Roland..(OHMMMIODDDDDIOOOOOO!!!!!!!)

QUINTA STANZA – LA TARTARUGA

Susannah-Mia (o forse dovremmo dire Susannah-Mio) scopre, grazie ad una sorta di visione, che in una borsa che ha portato con sé a New York c’è una tasca segreta contenente una statuetta a forma di tartarughina. Con questo sigul Susannah riesce ad incantare chiunque e così si fa prenotare una stanza in un albergo dove poter riposare ma soprattutto ricevere una telefonata tanto attesa da Mia. Prima della telefonata però, Susannah ricorda a Mia che devono tener conciliabolo: ripartono le campanelle..si torna a contezza zuccherini.

SESTA STANZA – IL CAMMINO DEL CASTELLO

Durante il conciliabolo scopriamo alcune cose: riusciamo finalmente a comprendere come sia possibile che il tizio sia figlio di Roland (sembrava tanto impossibile ma ovviamente il Signor King tantodicappello c’ha una soluzione pure per questo), riusciamo a comprendere che Mia non è al corrente di tutto e non è così sicura come vuol far credere. Mia è infatti convinta che il tizio non gli verrà sottratto mentre Susannah sa per certo che questo non accadrà. Il conciliabolo però giunge al termine bruscamente perché la chiamata tanto attesa da Mia, da parte delle persone che devono aiutarla a farla partorire, arriva. A questo punto Mia ha il sopravvento su Susannah, la quale nel frattempo scopre una cosa terribile da chi sta dall’altro capo del telefono: i cattivi sanno dove stanno andando Roland ed Eddie perché Mia glielo ha riferito. Per loro sembra arrivata la fine.

SETTIMA STANZA – L’IMBOSCATA

Finalmente ricomincia il racconto con Roland ed Eddie e subito siamo immersi in un combattimento westerniano (mmmh non so se esista questo termine ma..capitemi!). Balazar ha assoldato un esercito per ammazzare i nostri amati pistoleri ma sappiamo che Roland non è di certo uno che riesce a farsi prendere alla sprovvista e così, con l’aiuto di Eddie e di un altro personaggio che al momento si è unito al loro ka-tet, riesce a cavarsela e ad uccidere un bel po’ di cattivoni BOOM BITCHES!!! Dimenticavo, Eddie rimane ferito ad una gamba…è ancora vivo, per il momento (perché qua ad un certo punto King parla di morte e insomma, prima o poi qualcuno ci lascia le penne, prepariamoci). Il nuovo personaggio, John Cullum (fate caso alla pronuncia, coincidenze? io non credo!), durante la fuga fa sapere ai due nuovi e strani amici, che sono ormai 2-3 anni che in quel luogo compaiono e scompaiono delle persone dal nulla, proprio come loro, ma che queste persone a differenza di Roland ed Eddie sembrano..guaste!

 OTTAVA STANZA – TRIANGOLAZIONI

Nel rifugio di Cullum, Eddie e Roland si informano per sapere se lui è a conoscenza di dove si trovano Deepneau e Torre. Risposta affermativa ragazzi, Cullum sa dove soggiornano. Nel frattempo Eddie ha una specie di illuminazione e così scopre che King, autore de Le notti di Salem, romanzo che narra la vita di Père Callahan, esiste, è vivo ed abita a non più di 20-25 miglia da lì e che i walk-in, la gente che compare e scompare dal nulla, sono cominciati da quando questo King si è trasferito lì vicino.

NONA STANZA – EDDIE SI MORDE LA LINGUA

Eddie e Roland, grazie all’aiuto di Cullum, giungono nell’abitazione in cui alloggiano Torre e Deepneau. Ovviamente il nostro simpaticissimo Torre non era in casa ma se n’era andato allegramente in giro per il paesetto in cerca di libri da acquistare per la sua collezione, senza pensare che poteva essere intercettato ed ucciso da Balazar e i suoi in qualsiasi momento. MA MAGARI!!! Comprensibile quindi che quando Torre arriva a casa, Eddie sia incazzato nero e comprensibile è il suo istinto omocida che vorrebbe porrefine all’esistenza di un uomo così ipocrita, stupido e a suo modo drogato. Alla fine Eddie non fa nulla di tutto ciò, e assieme a Roland, convince Torre a vendere loro il terreno in cui si trova la rosa. Terminata la transazione, i due pistoleri vanno in direzione Bridgton per incontrare il signor ‘sonounfottutogenio’ Stephen King.

DECIMA STANZA – SUSANNAH-MIO, MIA FANCIULLA DIVISA

Susannah, che ha captato un messaggio di Eddie, cerca di far ritardare la nascita del tizio ottenendo un altro conciliabolo con Mia, durante il quale scopre la sua vera storia. Alla fine però è arrivato il momento di andare. Mentre stanno camminando, Susannah si accorge di un uomo, un reverendo, identico ad Henchick, il capo dei Manni, e prova a mandargli un messaggio ‘mentale’ finché Mia prova a prendere un taxi per arrivare nel luogo dell’appuntamento.

UNDICESIMA STANZA – LO SCRITTORE

Eddie e Roland giungono nel ranch dove si trova lo scrittore, Stephen King. E così scopriamo un bel po’ di cose su questo King (furbacchione!): King è l’autore della serie incompiuta La Torre Nera; King è colui che ha già incontrato il Re Rosso quando aveva soli 7 anni ma che ha scelto di stare dall’altra parte, quella dei buoni; King è colui che sviene quando vede Roland, il suo personaggio, frutto di fantasia, capitargli davanti gli occhi; King è colui che viene ipnotizzato da Roland e che al risveglio è convinto che niente di tutto ciò sia accaduto e convinto che deve finire la sua storia incompiuta, la storia della Torre Nera.

DODICESIMA STANZA – JAKE E CALLAHAN

Finalmente scopriamo che fine hanno fatto Jake, Oy e Père Callahan. Si trovano nella New York del 1999 e devono trovare Susannah il più velocemente possibile. Nel cammino incontrano un predicatore di Dio, lo stesso incontrato da Susannah-Mia. Il predicatore dà loro delle indicazioni lasciatogli da Susannah, tramite il messaggio ‘mentale’. I nostri tre amici così vanno nell’hotel dove ha alloggiato Susannah-Mia e si impossessano, non senza difficoltà, della tredici nera, per rinchiuderla in un posto più sicuro, e della borsa con i piatti di Oriza. Quando arrivano al Dixie Pig, luogo in cui Susannah-Mia deve partorire, luogo in cui probabilmente ci saranno molti uomini bassi e vampiri, dove probabilmente ci sarà l’uomo in nero e magari chissà, anche il Re Rosso, dove probabilmente Jake, Oy e Père Callahan troveranno la morte, lì, i nostri amici trovano la tartarughina lasciata da Susannah, e la loro speranza si riaccende.

TREDICESIMA STANZA – <<HILE MIA, HILE MADRE>>

L’ora del parto è giunta. Susannah-Mia entra al Dixie Pig per dare alla luce il tizio, comprendendo però, troppo tardi, che in quel luogo ci sono mostri, mutanti, ibridi, vampiri e uomini bassi, cannibali che si nutrono di bambini. Mia capisce che il bambino non resterà mai a lei, non per 7 anni, non per 5, non per 3. Forse nemmeno per i 6 mesi necessari per nutrirlo. Disperata chiede aiuto a Susannah, vuole essere aiutata: se ci sarà occasione di scappare con il bambino, Susannah la aiuterà; se non ci sarà l’occasione allora Susannah dovrà uccidere sia Mia sia il piccolo; in cambio, Mia, se potrà, lascerà Susannah libera per sempre. Sulle grida di dolore e sulle ali di quella canzone, venne al mondo Mordred Deschain, figlio di Roland (e di un altro, O ditemi Discordia).

CODA – PAGINE DAL DIARIO DI UNO SCRITTORE

In questo capitolo possiamo leggere una sorta di diario datato di Stephen King in cui non solo leggiamo sprazzi della sua vita quotidiana ma anche i momenti in cui ha concepito l’opera La Torre Nera, o alcune sue parti, ed incredibilmente possiamo leggere che Stephen King è morto in un incidente:

Dal Telegram di Portland, domenica, 20 giugno 1999.

STEPHEN KING MUORE VICINO

ALLA CASA DI LOVELL

POPOLARE SCRITTORE DEL MAINE UCCIDO DURANTE PASSEGGIATA POMERIDIANA

RECENSIONE (CON SPOILER!!!)

Allora ragazzi ho letto questo libro in pochissimo tempo. Sicuramente perché non è grossissimo ma altrettanto sicuramente perché stiamo arrivando alla fine, purtroppo, per cui l’ansia di leggere anche quando ho solo 5 minuti a disposizione mi spinge a divorare pagine e pagine. Devo però dirvi che non smaniavo dalla voglia di scrivere questa recensione e non so bene perché. Il libro mi è piaciuto, non ho dubbi ma non mi ha preso tanto quanto gli altri (seppur l’abbia finito in pochissimo tempo!). Questo è il primo libro che viene suddiviso in stanze e questa è stata la prima cosa che mi ha spiazzata. È come se all’inizio avessi fatto fatica ad abituarmici perché mi sembrava di venire catapultata proprio da una stanza all’altra, come se ad ogni capitolo si aprisse una porta e venissi risucchiata al suo interno per essere poi scaraventata da un mondo all’altro, da un quando all’altro! Vi giuro che all’inizio ho veramente provato questo! E col senno di poi secondo me questo era proprio l’intento di King perchè anche Roland ed Eddie, Jake, Oy e Père Callahan sono stati SCARAVENTATI in un altro mondo, in un altro quando. Per cui, in realtà questa è stata una genialata mi sa! Pazzesco! E io ovviamente lo capisco solo ora! La storia mi è piaciuta ma alcune cose no. Odio, ma veramente ODIO, che il gruppo sia diviso. Mi sento separata anch’io, in due metà, una metà con Jake, Oy e Callahan, una metà con Eddie e Roland e Dio che brutta situazione! Cioè ragazzi, qui abbiamo un ka-tet che non c’è, un ka-tet che da quando è ka-tet ha affrontato le cose assieme, nemici, gioie, dolori, bugie, amare verità, sorrisi, morti..e ora, arrivati alla fine, sono separati? No, non mi piace. Senza tener conto delle brutte sensazioni che mi hanno accompagnata in tutto questo libro. King spesso ha fatto delle profezie secondo me. Ha scritto che Eddie non avrà occasione di chiedere a Roland una certa cosa (che non mi ricordo) perché la morte li separerà; più di una volta ha scritto che Jake e Père Callahan (e forse anche Oy) sentono di dover morire..e porca miseria, vaffanculo King! Quindi sono molto molto preoccupata di come si stanno mettendo le cose, e chissà forse è questo che sta influenzando il mio giudizio su questo libro. Non ne ho idea. Un’altra cosa che a volte mi ha pesato è stata Mia: quando si comporta da madre nevrotica e insicura è insopportabile, irritante, da indigestione! Per questi motivi non mi sento di dare un voto più alto di 7 a questo libro! Comunque ricollegandomi alla mia recensione precedente, King è veramente un genio. L’ho sempre letto molto volentieri e i suoi libri mi sono sempre piaciuti, ma includersi nel suo libro, facendo capire che Roland esiste veramente quando pensava fosse solo un personaggio inventato, facendo collegamenti con serie e film prodotti (come Star Wars, Harry Potter, I Magnifici Sette) e con libri scritti da altri autori e anche da lui (IT ragazzi, IT!!! pazzesco!) è veramente da geni. Io non ho altri termini per poter descrivere quest’uomo, la sua creatività, cioè ne avessi anche solo metà veramente farei scintille pure io! E aspettate, ha scritto della sua morte! Ma trovatemene un altro che scrive della sua morte!! Io penso che quest’opera sia la sua più grande opera ragazzi e ora capisco appieno perché in copertina, dietro ad ogni libro della Torre Nera, ci sia scritto:

“La saga della Torre Nera è la madre di tutte le mie storie, il grande contenitore della mia opera.”

eri gibbi

8 pensieri su “RECENSIONE: LA CANZONE DI SUSANNAH (LA TORRE NERA) di Stephen King

  1. ho letto tutti i libri della Torre Nera uno dietro l’altro giusto l’anno scorso. che dire…memorabile. La cosa che mi ha fatto più impazzire è il fatto che king stesso si sia catapultato all’interno della storia come protagonista, una cosa da brividi. Ti manca l’ultimo passo per raggiungere la Torre, percorrilo. Lunga vita al Re

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