Leggere col rampino #14

Bentornati lettori! Anche oggi vi tengo compagni con la rubrica Leggere Col Rampino in cui vi rendo partecipi di quelle frasi che mi hanno colpito di un libro! L’ospite di oggi è La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola di Raphaëlle Giordano.

«Lei probabilmente soffre di una forma di abitudinite acuta».

«Cosa?»

«Abitudinite acuta. È una malattia dell’anima che colpisce sempre più persone nel mondo, soprattutto in Occidente. I sintomi sono quasi sempre gli stessi: calo motivazionale, incupimento cronico, perdita di punti di riferimento, difficoltà a essere felici nonostante il benessere e l’abbondanza di beni materiali, disincanto, stanchezza…»

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E io, che avevo da sempre una grande passione per il disegno, avevo messo i miei bei progetti in soffitta e iniziato controvoglia gli studi di economia. Andavo dritta come un treno, almeno apparentemente, perché in me qualcosa si era deformato. Un sogno d’infanzia che finisce in uno scatolone è una scoliosi del cuore assicurata!

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«Fare quel che ami è la libertà; amare quel che fai è la felicità»

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«Alcuni guardano il fango sul fondo dello stagno, altri contemplano il fiore di loto sulla superficie dell’acqua. È una scelta».

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«Vede, Camille, che impatto hanno ancora su di lei gli eventi esterni disturbanti? Permette loro di compromettere il suo benessere. La verità è che non potrà mai controllare del tutto il corso delle cose, e rischia di sentirsi eternamente come un piccolo tappo di sughero sballottato da onde capricciose. Per il saggio, invece, la tempesta può anche scatenarsi in superficie, ma in profondità continua a regnare la calma… Il segreto è riprendere il controllo della propria mente e decidere di vivere bene anche le cose sgradevoli. Trovare il positivo anche nel negativo. Vedrà, è un approccio all’esistenza che cambia tutto».

C’è qualcuna di queste frasi che colpisce anche voi? Fatemi sapere!

A presto lettori,

erigibbi

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Leggere col rampino #13 Suite Francese

Bentornati lettori! Anche oggi vi tengo compagni con la rubrica Leggere Col Rampino in cui vi rendo partecipi di quelle frasi che mi hanno colpito di un libro! L’ospite di oggi è Suite Francese di Irène Némirovsky:

«Che cosa vuoi capire? Non c’è niente da capire», le rispose cercando di calmarla. «Ci sono leggi che regolano il mondo e che non sono fatte né per noi né contro di noi. Quando scoppia il temporale, non puoi dare la colpa a nessuno, sai che il fulmine è il prodotto di due scariche elettriche opposte, le nuvole non sanno nulla di te. Non puoi prendertela con loro. Inoltre sarebbe ridicolo, non possono capirti.»

Quanto è vera questa frase? Le cose accadono e certe volte non ci possiamo fare nulla, nessuno ce l’ha con noi, è la vita.

A presto lettori,

erigibbi

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Leggere Col Rampino #12 Magari domani resto

Bentornati lettori! Anche oggi vi tengo compagni con la rubrica Leggere Col Rampino in cui vi rendo partecipi di quelle frasi che mi hanno colpito di un libro! L’ospite di oggi è Magari domani resto di Lorenzo Marone.

“Ecco, brava, finalmente lo hai capito. Nessuno può fare niente per nessuno, e tu non sei da meno. Non puoi fare niente per me”, e mi incamminai verso l’ingresso. Poi ci ripensai, tornai indietro e aggiunsi: “Anzi, sì, una cosa, invece, potresti farla: preoccuparti di come sto e non di quel che faccio, potresti chiedermi di me e non sempre del mio lavoro. Regalarmi un sorriso e dirmi che andrà tutto bene. Ma capisco di pretendere troppo.”

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“I genitori dovrebbe insegnare a rincorrere le passioni, non i progetti.”

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Alleria si alza a sedere e mi lecca la mano. Chino il capo e incontro i suoi occhi dolci. A volte mi domando come sia possibile sentirsi soli su questo cavolo di pianeta che ospita miliardi di specie, che straborda di vita, di esseri animali e vegetali, insetti e persone. E invece è proprio così, siamo tutti continuamente alla ricerca di qualcuno che ci accompagni lungo il percorso, spinti dal desiderio di trovare l’amore eterno, che sia quello di un figlio, un compagno o una madre, e nemmeno ci accorgiamo che, a volte, basta un amico che ti fa trovare la tavola imbandita e un messaggio sulla porta di casa, o gli occhi lucidi del tuo cane che ti fissano senza un perché.

Non parlerei d’amore, una parola abusata, parlerei piuttosto di “attenzioni”.

Quello che ci manca, tutto quello che può farci sentire meglio, è racchiuso in questa piccola parolina che un cane conosce molto meglio di noi: attenzioni.

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“Io non mi pento di nulla”, ho replicato fiera.

“E fai bene, perché tutto quello che abbiamo fatto è quello che potevamo fare in quel preciso momento della nostra vita. Io credo che alla fine quello che noi siamo davvero è scritto in quello he è stato il nostro percorso. Tutte le altre cose presenti negli elenchi che scriviamo, semplicemente non erano parte di noi, sono falsi obiettivi che mettiamo lì per sentirci migliori. In realtà potremmo benissimo non prendere mai una decisione nella vita e lasciarci guidare dall’istinto. Anzi, sono certo che saremmo tutti un po’ meno stressati se ci abbandonassimo al flusso delle cose senza avere la presunzione di poter cambiare quesyo o quel percorso. E sono sicuro che vivremmo la stessa identica vita che abbiamo vissuto. Quello che siamo è dentro di noi, il resto è tutta sovrastruttura. Superfluo. Siamo maestri nel circondarci di cose superflue.”

C’è qualcuna di queste frasi che colpisce particolarmente anche voi? Fatemi sapere!

A presto lettori

erigibbi

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Leggere Col Rampino #11 Il passo in più

Per la rubrica Leggere col rampino vorrei ricordarmi e farvi leggere questa citazione tratta dal libro Il passo in più di Francesco Pierucci:

Che faccia ha un anablefobo? La mia. Occhi vuoti, sguardo spento, solchi sul viso che raccontano storie indegne di essere narrate. Sintomi comuni della malattia? Timore della Morte ma soprattutto timore della Vita.

A presto lettori,

erigibbi

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Leggere Col Rampino #10 Il giardino dei fiori segreti

Eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrica Leggere Col Rampino in cui vi trascrivo delle frasi, citazioni, pezzi di libro che più mi hanno colpito e trasmesso qualcosa! L’ospite di oggi, come potete capire dal titolo è, per l’ultima volta, Il giardino dei fiori segreti di Cristina Caboni.

«Però alcune volte ti viene proprio da chiederti se la dimensione dove vivi sia la stessa nella quale abitano gli altri.»

«Quando ti succede ricordati chi sei, e quello in cui credi. Non è difficile. L’essenziale è essere in pace con se stessi. E non dimenticarti mai che le cose esistono solo quando tu le prendi in considerazione, piccoletta.»

A presto lettori,

erigibbi

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Leggere col rampino #8 I nostri cuori chimici

Ciao ragazzi! Vi torturo per l’ultimo giorno con il libro I nostri cuori chimici di Krystal Sutherland condividendo con voi qualche frase che più mi ha colpito!

Presi il foglio, lo ripiegai e me lo infilai in tasca: una parte di me era inorridita che avesse danneggiato un libro, l’altra esultava perché aveva voluto darmi qualcosa che chiaramente significava molto per lei. Mi piacevano le persone così. Persone che riuscivano a separarsi dai beni materiali con poca o nessuna esitazione.

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[…] poi ci sistemammo nell’area riservata agli invalidi, che Grace definì (e qui cito) «l’unico beneficio di essere storpi».

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«Ti hanno corrotto con questa stronzata che “l’amore è pazienza, l’amore è gentilezza” fin da quando eri piccolo. Ma l’amore è scienza. Voglio dire, si tratta solo di una reazione chimica nel cervello. A volte la reazione dura una vita, ripetendosi costantemente. Altre no. Altre si trasforma in una supernova e inizia a spegnersi. Siamo solo dei cuori chimici. Questo rende l’amore meno folgorante? Non penso. Ecco perché non capisco perché la gente dica sempre “il cinquanta per cento dei matrimoni finisce in divorzio” come giustificazione per non sposarsi. […]»

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«Ma non mi ascolti, sciocco? L’amore non deve durare una vita per essere reale. Non puoi giudicare la qualità di un amore dal tempo che dura. Tutto muore, incluso l’amore. A volte muore con una persona, a volte muore in se stesso. La più grande storia d’amore mai raccontata non deve riguardare due persone che hanno passato tutta la vita insieme. Potrebbe essere un amore che è durato due settimane, due mesi o due anni, ma è bruciato più luminoso e caldo e sfavillante di qualunque altro amore precedente o futuro. Non piangere per un amore fallito: non esiste un concetto simile. Ogni amore si equivale nel cervello.»

A presto lettori

eri gibbi

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Leggere Col Rampino #7 L’albero delle bugie

Eccoci di nuovo assieme per un altro appuntamento con la rubrica Leggere Col Rampino. Per chi non sapesse di cosa si tratta, la frase è tratta da Giambattista Marino il quale in ogni libro che leggeva, leggeva col rampino, ovvero faceva proprie, magari sottolineandole, le frasi che più lo colpivano. Da quando la mia insegnante di italiano me lo disse, ho fatto mia questa cosa e ora condivido con voi le frasi che più mi colpiscono dei libri che leggo.

Da L’albero delle bugie di Frances Hardinge:

L’idea di dire al padre la verità la gettava nel panico. Se l’avesse rinnegata, il sole si sarebbe spento e i suoi sogni si sarebbero ridotti in cenere. Non poteva rinunciare alla vaga speranza di poterne conquistare l’attenzione, il rispetto e l’amore. Non poteva tollerare l’idea di perdere per sempre quella speranza.

A presto lettori

eri gibbi

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Leggere col rampino #6 – La cena delle spie

Buon giovedì lettori e lettrici!

Nonostante La cena delle spie di Olen Steinhauer non mi abbia entusiasmato, ci sono state delle parti che mi hanno trasmesso qualcosa e che vorrei condividere con voi!

Forse soltanto chi non ci conosce affatto è in grado di vederci per quello che siamo. Forse gli estranei sono i nostri migliori amici.

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«Siamo quello che siamo non per i nostri successi, ma per i nostri fallimenti.»
«Nessun rischio, nessun guadagno.»

Scuote la testa, poi si ferma sotto un lampione per concedermi tutta la sua attenzione. «No. Nessun rischio, nessun fallimento. E senza fallimenti non si è realmente umani. Si pattina soltanto sulla superficie della vita.»

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«Allora mi hai mentito.»
«Mentiamo, Henry. È questo che facciamo.»

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Bene ragazzi, magari a voi queste frasi non dicono niente, ma io sono convinta che non ci sia solo un tempo e un’età per ogni libro ma anche per comprendere e fare proprie certe frasi. A distanza di anni rileggo certe frasi e alcune non mi trasmettono nulla ma so che nel momento in cui le ho lette e ho deciso di ricordarle, beh, in quel momento quelle frasi mi hanno trasmesso qualcosa, mi hanno insegnato qualcosa.

A presto

eri gibbi

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Leggere col rampino #5 – Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte

Buongiorno lettori!

Benvenuti ad un nuovo appuntamento con la rubrica Leggere col rampino! Anche oggi vi tengo compagnia (ultimamente sto utilizzando questa frase troppe volte, perdonatemi) con Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Mark Haddon:

Quelli che vanno nella mia scuola sono stupidi. Solo che non mi è permesso dirlo, anche se è vero. Vogliono che dica che hanno delle difficoltà nell’apprendimento o hanno delle esigenze particolari. Il termine tecnico esatto è Gruppo H. Questa sì che è una cosa stupida, perché tutti hanno dei problemi nell’apprendimento, perché imparare a Francese o capire il principio della Relatività è difficile, ed è altrettanto vero che ognuno ha delle esigenze particolari, come mio padre che deve portarsi dietro delle pillole di dolcificante da mettere dentro il caffè per non ingrassare, oppure la signora Peters che gira sempre con gli occhiali talmente spessi che ti fanno venire il mal di testa se li provi, e nessuna di queste persone viene classificata come Gruppo H, anche se hanno delle esigenze particolari.

Ecco un messaggio di questo libro che trovo molto profondo e veritiero. Cosa ne pensate? Fatemi sapere nei commenti!

A presto

eri gibbi

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Leggere col rampino #4 – Il solo modo per coprirsi di foglie

Buon sabato bellezze! Come accennato qualche giorno fa, da anni leggo col rampino grazie alla mia prof di italiano e a grazie a Giambattista Marino.

Anche oggi vi terrò compagnia con Il solo modo per coprirsi di foglie di Laura M. Leoni in cui ho trovato dei pensieri che vorrei tenere con me e che vorrei donare anche a voi.

Tutta la sua vita la costringe, anche se quando se l’è costruita addosso credeva davvero di stare scegliendo, forse perché mentre te la costruisci la gabbia non ti sembra affatto una gabbia, ma un nido da cui puoi volare, quando vuoi, per poi ritornare a farti proteggere. Poi aggiungi ogni giorno un rametto, per rinforzare quel nido, per renderlo più accogliente, e quando ci metti dentro delicatamente il tuo piccolo ti viene in mente che forse potresti aggiungerci anche un riparo, sopra, e prima che tu te ne renda conto il nido è diventato una gabbia, impenetrabile dall’esterno, sì, ma anche senza via di fuga per te che ci stai ormai rinchiusa dentro. A quel punto non puoi fare altro che girarti verso l’interno, senza più guardare le sbarre, fino a che ti dimenticherai che esistono; ti stringi al piccolo e passi le tue giornate guardando come diventa bello, come cresce, e un giorno è talmente grande che non ci si sta più dentro a quel nido, e tu sei di nuovo costretta a vedere le sbarre. È il piccolo, ormai troppo grande, a rompere quelle sbarre e volare via, mentre tu alzi la testa verso il cielo e pensi che ora puoi volare pure tu, ma le tue ali si sono rattrapite, ormai, e hai così tanta paura da farti male che non trovi nemmeno più il coraggio di provarci.

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Gli torna in mente un brano del libro che ha sul comodino, quello di Milan Kundera, quando dice che l’amore non si manifesta col desiderio di fare l’amore, che si applica a molte donne, ma col desiderio di dormire insieme, che si applica a un’unica donna.

A presto!

eri gibbi

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